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Ecco a voi i vincitori della 2° edizione Gomitolorosa4ARTS

La giuria esaminatrice della seconda edizione del Concorso “Gomitolorosa4ARTS” ha da poco terminato i lavori di valutazione e anche quest’anno ha selezionato le migliori opere d’arte e di design in lana tra quelle che si sono candidate. Ventidue sono le proposte pervenute e tra loro sono state selezionate le migliori 10, come riconoscimento dell’effettivo sforzo artistico con cui hanno rappresentato almeno uno dei tre obbiettivi statutari Gomitolorosa: solidarietà, benessere e ambiente.

Ringraziamo tutti i partecipanti, a cui facciamo arrivare i nostri più sinceri complimenti per la grande capacità dimostrata nel rendere la lana espressione di importanti temi sociali e di far arrivare attraverso la loro rappresentazione una grande emozione dritta al cuore e alla testa dell’osservatore.
Questa seconda edizione gode del sostegno dell’azienda Edison Spa, la più antica società europea nel settore dell’energia e tra le principali società energetiche in Italia e in Europa, felice di promuovere i principi base di questa iniziativa, legati all’attenzione ambientale, la promozione della solidarietà e del benessere.
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Ed eccoci dunque a comunicare i primi tre vincitori:

TALKING PEACE
Secondo il criterio della miglior aderenza ai temi assegnati e al maggiore estro artistico, questa seconda edizione aggiudica €1.500 (euromillecinquecento) al 1° classificato, l’opera manufatto dal titolo “TALKING PEACE” realizzato dall’Associazione Pace Futuro, organizzazione culturale di volontariato impegnata nella promozione di percorsi di pace.
Talkingpeace
Talking Peace è un table runner realizzato con i colori universali dell’arcobaleno, con all’interno un nastro rosa come tributo alla resilienza delle donne che affrontano il cancro al seno. Per l’ordito e la trama è stata tradotta la parola «PEACE» e la data della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo in un codice di tessitura. Gli esecutori hanno scelto di fare questo oggetto «parlante» perché va posizionato nel cuore di ogni famiglia, il tavolo.

La giuria ha molto apprezzato il tema trattato, la complessa lavorazione e la chiara sollecitazione comunicata dall’opera di sedersi attorno ad un tavolo e far parlare le persone tra loro di Pace. È stato ritenuto uno dei messaggi più forti e ben tradotti “in lana” di questa seconda edizione.
TANGLED*aggrovigliato (ovvero storia di una guarigione)
Al 2° classificato va il premio di €1.000 (euromille) per la scultura tessile dal titolo “TANGLED*aggrovigliato (ovvero storia di una guarigione)” realizzata dalla fiber artist Michela Cavagna, utilizzando lana e anima di cordone, con la tecnica del cooling, tecnica di tessitura senza telaio.
TANGLED*aggrovigliato rappresenta il tema universale dell’equilibrio e si riferisce alla ricerca di un bilanciamento nella vita di ognuno di noi, nelle varie situazioni, e riconduce alla bellezza ed all'ebbrezza che si prova nel trovare il senso fra gli interstizi dei pieni, dei vuoti, di quei grovigli che sono gli accadimenti della vita e della morte, da cui si deve lasciare entrare la luce attraverso il riflesso delle ombre, delle inquietudini e delle paure.
TAGNLED aggrovigliato
La giuria ha definito questa opera una originale e poetica interpretazione della vita, una eloquente rappresentazione astratta di un bisogno profondo, realizzata perfettamente con una tecnica molto raffinata. E' stato apprezzato il messaggio che trasferisce all’osservatore di avere un atteggiamento nei confronti della vita di accettazione delle situazioni per quello che sono e apprendere che da esse, sebbene a volte aggrovigliate, si può “guarire”.
Il mondo ha bisogno di noi: insieme possiamo salvarlo
Il 3° premio di €500 (eurocinquecento) va all’opera manufatto dal titolo “Il mondo ha bisogno di noi: insieme possiamo salvarlo” realizzato da Melina Bonanno per l’Associazione IOM Ascoli Piceno, realtà impegnata nell’assistenza domiciliare gratuita dei pazienti oncologici.
Opera Il mondo ha bisogno di noi
“Il mondo ha bisogno di noi: insieme possiamo salvarlo” è una opera tridimensionale che ricrea un microcosmo “virtuoso” dove coabitano animali, api, oggi particolarmente in pericolo, ma fondamentali alla nostra sopravvivenza, vegetazione (alberi e diverse specie di fiori) ed esseri umani che interagiscono con l’ambiente circostante con rispetto e cura. Il Mondo che si trova al centro dell’opera è il protagonista, ed è posto in posizione evidente tra il tutto a comunicare che è lì, davanti a noi ogni giorno, nelle nostre azioni quotidiane, e l’invito è la sua preservazione.
La giuria ha molto apprezzato l’utilizzo di molte tecniche di lavorazione della lana in funzione del tipo di soggetto da rappresentare. L’esecuzione tecnica molto curata e la straordinaria ricchezza dei dettagli esprimono bene il messaggio di necessità di salvaguardare l’ambiente.
Altrettanto importanti i temi delle altre opere che si sono posizionate tra il quarto e il decimo posto e che riceveranno un premio di 50 gomitoli di lana etica Gomitolorosa che potranno servire a realizzare tanti altri manufatti volti alla solidarietà sociale.

Ringraziamo i membri della giuria che si sono occupati con impegno della valutazione, presieduti da Patrizia Maggia, Direttore di Fatti ad Arte e Presidente di Agenzia Lane d’Italia, la quale dichiara «Si è valutato positivamente l’opera che si è posta come messaggio concreto di sollecitazione del comune senso di responsabilità, e dalla quale è emerso il valore di una fibra naturale quale la lana, in particolare la lana autoctona, nobilitandone attraverso il mezzo artistico lo status, che da materiale di scarto, si è trasformato non solo in risorsa, ma in opera d’arte”.

Tutte le 22 opere saranno esposte per un giorno a ROMA il prossimo 7 ottobre. Vi invitiamo a guardare la comunicazione dedicata.

In attesa della TERZA EDIZIONE di GOMITOLOROSA4ARTS che partirà a giugno 2022, continuate a seguire giorno per giorno il racconto delle varie iniziative attraverso i canali social Gomitolorosa.
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Esposizione delle opere Gomitolorosa4ARTS il 7 ottobre a ROMA

Le 22 opere del concorso Gomitolorosa4ARTS verranno esposte il 7 ottobre, a Roma, nella bellissima ex Chiesa di SS. Gioacchino e Anna alle Quattro Fontane che divenne poi la cappella del Pontificio Collegio Belga, in via del Quirinale 26. Attualmente la cappella sconsacrata fa parte dello stabile in cui si trovano le sedi di varie aziende, tra cui quella di Edison Spa che ospita l’iniziativa Gomitolorosa4ARTS, in qualità di partner. Questa meravigliosa location farà da cornice alle opere della seconda edizione e sarà eccezionalmente aperta al pubblico per l’evento (previa prenotazione all’indirizzo email segreteria@gomitolorosa.org).

«Ai partecipanti si è chiesto di realizzare delle opere che potessero esprimere la tematica scelta e che fossero in grado di generare un’emozione profonda da un punto vista etico, sociale e ambientale, non solo quindi strumento di denuncia, ma anche interpretazione di azioni concrete», spiega Patrizia Maggia, presidente di giuria.

I manufatti di questa seconda edizione parlano molto di ambiente, da tutelare, da difendere, da proteggere, da amare, da rispettare e lo hanno fatto mettendo in evidenza cosa comporterà per tutti continuare nell’indifferenza. Non mancano riferimenti ai tanti viaggi della speranza di popoli alla continua ricerca di una libertà che dovrebbe essere invece un diritto inalienabile di tutti gli uomini. Il desiderio di una Pace condivisa, l’aspirazione all’uguaglianza, la celebrazione della resilienza di chi affronta una malattia, il lavoro collettivo, l’importanza dello stare insieme.

Tutti questi temi li ritroverete nelle opere che esporremo a Roma il prossimo 7 ottobre, dove vi aspettiamo dalle ore 17.00 alle ore 19.00 con tanta voglia di stare ancora insieme, pur nel rispetto delle norme anti-Covid e dotati di green pass. Prenotate la vostra visita via email, posti limitati.

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C'è qualcosa di molto antico e profondo nella lana - Dalla scrivania del Presidente

In questi ultimi limpidi giorni di settembre (almeno qui sulla mia isoletta greca, dove mi hanno appena regalato un vello di pecora da usare come scendiletto) sta in bella vista sulla mia scrivania il libro “Il filo infinito” di Paolo Rumiz, edito da Feltrinelli. È un racconto minuzioso e appassionato (come solo Rumiz sa fare) di un giro dei principali monasteri benedettini in Europa e propone la tesi che fu proprio la rete delle abbazie costruita da San Benedetto (da Montecassino a San Gallo fino a Glenstal su in Irlanda) a dare il maggior contributo di ricostruzione dell’Europa dopo le invasioni barbariche.
Il Filo infinito Paolo Rumiz
La cosa ci interessa perché riferisce l’autore che all’abbazia femminile di Viboldone in Lombardia la badessa gli racconta che “Nel Trecento le monache filavano e tessevano la lana mentre i monaci lavoravano alla tintura del panno. Un sistema economico perfetto, dove ogni fase del lavoro si regge su un simbolo”. Il simbolo della filatura rappresenta il lavoro di umanizzazione dell’Europa. Il gomitolo. Che cos’è la vita se non un lungo filo di lana che scavalca mari, fiumi, montagne e frontiere? Risponde Rumiz. Accoglienza, ascolto, solidarietà, canto, lavoro manuale, carità: tutti i capisaldi della regola benedettina, rilanciata in modo formidabile da ondate di monaci che fondarono in un secolo più di cinquecento abbazie. Nemmeno san Francesco ha lasciato una simile impronta.

C’è quindi qualcosa di molto antico e profondo nella lana. Una specie di messaggio silenzioso ma solidissimo che si tramanda nei secoli se non addirittura nei millenni: non ricordo chi mi ha detto che l’arte della filatura è precedente addirittura alla scoperta della ruota!
Noi non ci sogniamo neppure di paragonarci ai monaci benedettini che incantarono perfino i re dei barbari presentandosi disarmati ma vestiti delle loro magnifiche tuniche di lana bianche e nere.

Però nel nostro super piccolo, qualcosa ormai abbiamo anche noi da dire, dopo 9 anni di attività di Gomitolorosa (il nostro compleanno è il 9 ottobre, attendiamo tanti auguri!) e sostanzialmente pensiamo di poter dire che, come sembra dicesse Benedetto, “tutto si può fare. Basta parlare con le persone!”.

Cominciammo con l’idea di reagire alla distruzione della lana che nessuno voleva più, poi abbiamo capito che il gomitolo era simbolo di tante cose e abbiamo fatto i primi in colore rosa pensando alla barbarie del tumore al seno. Altri quattordici colori sono seguiti e si sono spontaneamente moltiplicati i contatti con decine e decine di associazioni che hanno accolto la nostra lana a braccia aperte e l’hanno trasformata in manufatti stupefacenti.
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Non abbiamo fondato abbazie (per ora) ma certamente favorito l’aggregazione di centinaia di persone che amano il contatto fisico con la lana, che la sanno lavorare con abilità e che al tempo stesso sono pronte a donare ad altri il risultato del loro lavoro. A proposito è cominciato all’Istituto Neurologico “Carlo Besta” di Milano lo studio dell’effetto del lavoro a maglia sui ritmi cerebrali.
Tante nostre volontarie si sono già sottoposte ad elettroencefalogramma prima e dopo la realizzazione di un nostro esagono di lana all’uncinetto e non vediamo l’ora di conoscere i risultati. Grazie alla generosità della famiglia Mortara Ottolenghi di Milano che ha finanziato la ricerca saremo i primi ad aver davvero studiato in modo scientifico ciò che accade nel nostro cervello quando lo usiamo per lavorare a maglia (invece che sfogliare nervosamente Facebook).

Il prossimo passo sarà approfondire l’argomento dei disturbi cognitivi e del possibile ruolo del nostro lavoro nei pazienti che ne sono affetti e nelle persone che li assistono. Abbiamo cominciato dalla malattia di Alzheimer dove stiamo testando dei manicotti di maglia di lana coloratissimi suggeritici dalle nostre colleghe della fondazione Ozana di Zagabria in Croazia: nei momenti di ansia e di agitazione il manicotto viene infilato al braccio del paziente che sembra molto attratto dai colori e dalle decorazioni (fiocchetti, palline, ciuffi di lana). L’attenzione si sposta sul manicotto e pian piano torna la calma, senza sedativi né coercizioni. Molto interessante vero?

Ci attende un mese di ottobre molto intenso, come vedete da questa newsletter e speriamo di riuscire a far tutto bene anche questa volta. Ai monaci del Medioevo serviva la pelle di cento pecore per avere la pergamena sufficiente per un libro. A noi basta un chilo di lana per fare 20 gomitoli da affidare a mani affettuose!

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Alberto Costa
Presidente Gomitolorosa Onlus
Testi a cura di Ivana Appolloni
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