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GOMITOLOROSA FA SCUOLA IN EUROPA? – Dalla scrivania del Presidente

Quando la scrivania finalmente si svuota dalle carte accumulate, rimane però il portatile silenzioso e chiuso a ricordarmi che comunque il grosso della posta sarà lì dentro. E infatti quando, di ritorno da un viaggio, lo riapro come se fosse un baule del solaio, vedo arrivare rapidamente la fila di decine e decine di emails arretrate. Non sempre ci sono buone notizie e comunque quasi la metà dei messaggi si possono buttare tranquillamente.

Ma qualche giorno fa ho visto arrivare un messaggio da Budapest, la maestosa ed amatissima città dei ponti sul Danubio, dove da giovane ho passato tanto tempo felice. Chi mi scrive è un ex allievo della nostra Scuola Europea di Oncologia di Milano, oggi professore e addirittura Direttore dell’Istituto Nazionale di Oncologia, cuore pulsante della ricerca sul cancro per tutta l’Ungheria e i Paesi limitrofi.

Mi invita gentilmente ad andarlo a trovare e a visitare l’ala nuova dell’istituto, piena di potenti computer e di esperti di dati scientifici che studiano nuove cure e nuovi sistemi di diagnosi. Mi chiede come sto, naturalmente, e che cosa faccio adesso che non sono più attivo né in chirurgia né in ricerca come quando mi aveva conosciuto.

Rispondo un po’ sul vago e poi mi lascio trasportare dall’entusiasmo e gli racconto di Gomitolorosa, rischiando anche un po’ di essere deriso o almeno compatito… e invece no! Mi risponde addirittura nel giro di poche ore con un tono sorprendentemente entusiasta. Invece di parlarmi delle sue ricerche sul cancro mi racconta che anche in Ungheria non sanno più che cosa fare della lana e che rimpiange i tempi in cui da bambino andava in primavera sul lago Balaton a vedere la tosatura delle pecore. Ricorda quando i materassi e i cuscini della casa della nonna in campagna, nel magico villaggio di Szentendre, poco fuori Budapest, venivano svuotati in giardino, la loro lana cardata sempre dallo stesso signore che si presentava ad ogni primavera, e poi rimessi sui letti per splendide, indimenticabili dormite.

La morale della storia è che con grande piacere abbiamo già spedito dal nostro laboratorio di Roma un bello scatolone di gomitoli di tutti i colori e che venerdì 17 marzo racconterò a medici e infermieri dell’Istituto di Oncologia di Budapest i nostri 10 anni di Gomitolorosa, la nascita e sviluppo del concetto di lanaterapia, la crescita sorprendente del numero di ospedali italiani che l’anno adottata, i programmi di lavoro a maglia solidale che cambiano ogni anno e che sono dedicati ai pazienti con diversi tipi di tumore e che ricevono con sorpresa e piacere i manufatti delle nostre volontarie in tutta Italia.

Siamo dunque diventati un modello da esportare? Troppo presto per dirlo, e per sapere se la federazione delle nostre associazioni (la European Wool Exchange Foundation) riuscirà a dare un contributo rilevante al recupero delle lane europee con una loro nuova destinazione verso il mondo della salute e del benessere. Ma certamente non mi sarei mai aspettato una reazione tanto positiva da un ambiente così austero e rigorosamente votato alla ricerca scientifica.

Evidentemente c’è qui una buona notizia. I medici e gli infermieri, da noi come in Ungheria, si rendono sempre più conto che non basta curare le malattie, bisogna anche curare i malati. Come persone, uomini e donne, con il loro passato e la loro storia, la loro professione, le loro famiglie e i loro sogni. Lavorare la nostra lana a maglia o all’uncinetto non riuscirà mai a curare nessuna malattia, per carità, ma siamo sempre più sicuri di poter affermare che questa pratica antica e sapiente fa molto bene in molti sensi: bene a chi lavora la lana perché la mente si riposa e si rasserena, bene a chi riceve manufatti di lana, perché quando si è malati, o soli, o molto poveri il calore non basta mai, bene alla nostra morbida lana che non sarà più buttata con l’immondizia o magari tristemente bruciata.

Grazie Budapest per averci trovati e per aver voglia di imitarci!

Alberto Costa

Presidente Gomitolorosa Onlus

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