Star bene per far star bene – Dalla scrivania del Presidente
Puntuale come ogni anno mi trovo sulla scrivania l’annuncio della “Giornata internazionale d’intervento per la salute delle donne”, come sempre il 28 di maggio. Questa ricorrenza si celebra dal 1987 e si avvia quindi verso il suo 40° anniversario.
Molte cose sono cambiate da quei difficili anni Ottanta, in cui ancora le donne faticavano moltissimo a veder riconosciuta la loro parità con gli uomini. Mi fa sorridere l’idea che sto scrivendo queste righe durante un viaggio in aereo dopo aver ricevuto l’ok al decollo da un ingegnere donna e dopo aver ascoltato l’annuncio di benvenuto dalla voce delicata e ferma del comandante pilota, donna.

Nel campo della salute il discorso si fa ancora più complesso perché tutti sanno che le donne vivono in media più a lungo degli uomini ma vivono peggio. Prima di tutto perché la loro esistenza biologica e psicologica non è sostanzialmente uniforme come quella degli uomini, ma attraversa almeno quattro fasi importanti e diverse: quella dell’adolescenza (il seno è l’unico organo non presente alla nascita), quella dell’età fertile (con tutto il peso della maternità o dell’assenza di maternità), quella della menopausa (molto più marcata della cosiddetta andropausa) e quella della senescenza o vecchiaia.
L’adolescenza femminile si caratterizza con forti cambiamenti ormonali, la comparsa del ciclo mestruale, importanti cambiamenti nell’immagine corporea e per questo il tema della salute, del buon funzionamento dell’organismo diventa in quegli anni molto più rilevante per le femmine che per i maschi. I disturbi delle abitudini alimentari, per esempio, compaiono molto più frequentemente nelle ragazze che nei ragazzi, sia in senso di rifiuto del cibo (anoressia) che di alimentazione eccessiva (bulimìa).
L’epoca della fertilità può portare grandi gioie, ma solo se le cose vanno bene. Può anche portare disturbi ginecologici difficilissimi da curare, come l’endometriosi o la vulvodinìa, oppure complicazioni che non concedono una gravidanza tanto desiderata come pure, viceversa, una gravidanza inaspettata che magari per mille motivi non può essere portata avanti.
La menopausa è raramente un passaggio indolore, fatta eccezione per poche fortunate, e irrompe nella vita con le sue vampate di calore, con l’osteoporosi, con cambiamenti emotivi inaspettati.
In tutto questo le donne devono anche, nella maggior parte dei casi, andare al lavoro tanto quanto gli uomini, pensare alla conduzione della casa, essere disponibili per genitori e suoceri anziani oppure per nipotini di figli indaffarati, oppure anche tutte e due le incombenze.
Per tutte queste ragioni – e per molte altre ancora – è così importante occuparsi della salute delle donne. Star bene per far star bene, recitava qualche anno fa la Fondazione Onda (Osservatorio Nazionale sulla salute di genere), e a me pare che l’affermazione sia tuttora validissima. Senza le donne la società si ferma e questo lo sanno benissimo anche quelle culture che almeno esteriormente sembrano voler occultare l’esistenza delle persone di sesso femminile.
Lo sanno persino le religioni, anche se continuano ad affidarsi solo agli uomini (andate a vedere il film Conclave, con la nostra Isabella Rossellini, molto attuale in questi giorni: avremo mai una donna papa o almeno cardinale?).
Gomitolorosa è da sempre molto vicino alle donne, tanto che il suo presidente deve spesso scusarsi di essere un uomo. La lana è una questione di donne, da millenni. Filare e tessere al telaio sono sempre state prerogative femminili (Penelope insegna) così come pure assistere chi è malato, stare vicino a chi soffre. Ci sono anche uomini in grado di fare le stesse cose, certamente, ma la stragrande maggioranza dei nostri volontari sono volontarie!
Per questo motivo il Consiglio Direttivo di Gomitolorosa ha recentemente approvato la proposta di aderire al Comitato Promotore per la creazione di un “Ospedale della Donna”, presieduto dalla nostra donatrice Donella Bossi Pucci. Un ospedale esclusivamente dedicato alle patologie femminili, non solo a quelle ginecologiche ovviamente, ma soprattutto a quelle che si manifestano in modo diverso nelle donne rispetto agli uomini.

Un ospedale che sviluppi una cardiologia femminile (l’infarto si manifesta in modo diverso nei due sessi), una neurologia femminile (le demenze senili sono più frequenti nelle donne), una immunologia femminile (tante malattie dovute a un cattivo funzionamento del sistema immunitario colpiscono più frequentemente le femmine dei maschi).
Diversi esperti (in realtà quasi tutte donne) sono già al lavoro e avremo modo di tornare sull’argomento, ma se possiamo andar fieri di tanti istituti dedicati a specifiche patologie, pensiamo che sia giunto il momento di avere anche un luogo di cura e di studio dedicato alla salute femminile, un formidabile Ospedale della Donna.
E Gomitolorosa è già in prima fila.
Per commenti e domande scrivere a presidenza@gomitolorosa.org
Alberto Costa
Presidente Gomitolorosa Ente Filantropico