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Un anno di LANATERAPIA4YOUNG nel reparto di Onco-Ematologia Pediatrica dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino. Il racconto delle nostre volontarie.

Katia, Maria Cristina e Lucia sono le nostre volontarie impegnate nella LANATERAPIA dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, siamo nella Onco-Ematologia Pediatrica, e qui si recano ogni domenica mattina dalle 10 alle 12, per portare ai giovani pazienti e alle loro famiglie del tempo di qualità realizzando insieme a loro utili e divertenti manufatti all’uncinetto. La mente si distrae dalle preoccupazioni e dalle ansie contingenti, mentre impiegano in maniera più rilassata il tempo di attesa per le visite, le terapie o il ricovero che li vede costretti a letto per diversi giorni.

Il progetto di LANATERAPIA4YOUNG è stato portato in questo ospedale anche grazie alla Dott.ssa Mirella Lovera, Referente Area Umanizzazione della Direzione Sanitaria, che ha subito creduto negli effetti benefici che avrebbe potuto portare questa pratica: “Queste due ore della domenica mattina, dedicate a questo progetto, permettono di distogliere il pensiero dalla situazione di difficoltà determinata dal ricovero e dalla malattia, andando a nutrire e a risvegliare la parte sana dei bimbi/e e ragazzi/e e di focalizzare l’attenzione sulla produzione di un oggetto che rimarrà a ricordo dei momenti passati in condivisione con compagni di viaggio incontrati casualmente con i quali si cerca di condividere e affrontare le avversità”.

Oggi celebriamo un anno dall’inizio di questo progetto ed abbiamo voluto coinvolgere le nostre volontarie in un racconto personale ricco di esperienze ed emozioni. “L’attività in reparto procede molto bene” ci racconta Maria Cristina. “I bambini sono sempre contenti di vederci lì la domenica mattina. Oggi, a distanza di un anno dall’avvio del progetto, il nostro arrivo è atteso con entusiasmo dai bambini, ma anche dai loro genitori, ce lo riferiscono sempre anche le infermiere. L’aspetto interessante è che, sempre di più, nell’attività non si coinvolgono soltanto i bambini, ma anche i loro genitori. Diverse mamme si sono infatti rimesse a lavorare dopo tanti anni o si sono approcciate al mondo del lavoro a maglia per la prima volta e ciò è fondamentale per aiutarle a vivere in maniera più serena i momenti trascorsi in Ospedale.

Perché spesso ci si concentra solo sui bambini, ma in realtà dietro ci sono genitori che vivono in situazioni di forte ansia e stress, che provano costanti e forti sensi di colpa perché devono necessariamente trascurare gli altri figli per dedicarsi a chi ha più bisogno perché malato”.

Il coinvolgimento dei caregiver in questo progetto è uno degli obiettivi principali che ci siamo prefigurati di raggiungere inserendo la LANATERAPIA negli Ospedali pediatrici, per donare anche ai genitori una pratica che potesse portare benessere, per fargli vivere momenti di creatività insieme ai loro figli, sollevarli dall’ansia che la loro permanenza in Ospedale porta con se, dovuta alla malattia del proprio figlio, ma anche molto spesso dal fisiologico senso di colpa che si ha per non poter essere accanto al resto della famiglia rimasta a casa.

I bambini che partecipano (in genere sono più interessate le femminucce, ma anche i maschietti di tanto in tanto si mostrano incuriositi e chiedono di imparare a usare l’uncinetto) sempre di più chiedono di poter imparare a realizzare manufatti da regalare alle loro mamme o alla sorellina o al fratellino che hanno a casa o anche ad un amico appena potranno tornare a scuola” aggiunge Maria Cristina. “L’idea di realizzare qualcosa con le proprie mani dà loro motivazione, ma soprattutto li aiuta a proiettarsi al di fuori della situazione ospedaliera poiché immaginano già il momento in cui potranno mostrarlo o regalarlo alle persone che li aspettano a casa”.

Il contesto ospedaliero e di degenza per un giovane sarebbe sicuramente più pesante se non ci fossero le tante Associazioni presenti che portano idee e creatività, attenzione e vicinanza, che creano questo contatto tra il dentro e il fuori a cui tutti anelano di poter presto tornare, riabbracciando familiari, compagni e amici. Si chiama UMANIZZAZIONE DELLE CURE, proprio perché si vuole rendere più umano un periodo necessario di cure ospedaliere che porta però con sé ansia e stress, sollevando almeno l’anima dei pazienti.

La mia avventura è cominciata un anno fa con il progetto Gomitolorosa4Young e da allora il nostro viaggio si è sempre più arricchito di storie ed emozioni”, ci racconta Katia. “Alcuni bambini che abbiamo incontrato vengono da paesi molto lontani, a volte con grande difficoltà, come una bimba di nome Malala che è arrivata dall’Ucraina insieme alla sua mamma e che non conosce né italiano né inglese, ma parla con noi attraverso il traduttore del cellulare. Lei ha imparato subito a usare l’uncinetto perché è molto portata. Le abbiamo detto di continuare ad esercitarsi con l’uncinetto visto che è così brava”.

La barriera linguistica è molto frequente in questi contesti, tanti bambini di tante nazionalità e lingue diverse, ma l’uncinetto si è spesso rivelato un ponte in grado di superare l’importanza delle parole, come ci confermano spesso le nostre volontarie.

Le mamme si mostrano contente di partecipare a questa attività con i loro figli, riescono in qualche modo ad accantonare la malattia e a vivere momenti sereni, più leggeri” continua il suo racconto la volontaria Katia. “Ricordo con gioia un bambino che ha “sfidato” suo padre all’uncinetto ed è riuscito, con grande entusiasmo e determinazione, ad imparare e a vincere la sfida, nonostante lo scetticismo del genitore, che vedeva l’attività più adatta al genere femminile. Nonostante i pregiudizi, entrambi hanno vissuto un momento di gioco e serenità. E poi ci sono le storie tristi, come quella di Noah, di 13 anni, di origini siciliane, che la scorsa estate è diventato un angelo perché la sua malattia non gli ha lasciato scampo. Anche lui era molto felice di lavorare all’uncinetto perché a scuola frequentava anche un corso di cucito. Lavorava all’uncinetto realizzando gadget che avrebbe donato a tutti una volta tornato nella sua bella Sicilia. Purtroppo però non ha fatto in tempo e se ne è andato subito dopo il suo compleanno. Ma lui vivrà sempre nei nostri ricordi e nei racconti di questo splendido laboratorio”.

Emotivamente non è facile vivere queste storie e noi siamo davvero grati a Katia, Maria Cristina e Lucia di prendersi cura di questo progetto che coinvolge più di tanti altri che noi portiamo avanti. Il volontariato è il cuore di ogni associazione, senza i volontari non si potrebbe portare avanti la propria missione, e questo grandissimo valore non lo dobbiamo dimenticare mai. Grazie a voi tre e a tutte le altre che quotidianamente restituiscono il senso di quella empatia che tanto ci piace richiamare.

Invitiamo tutti a prendersi cura di questo progetto, chiunque può sostenerlo, anche semplicemente lasciando un KIT DI LANATERAPIA SOSPESO che noi porteremo ad un giovane paziente per lavorarci insieme. Se vuoi aiutarci, vai a questo LINK

Ringraziamo GP Consumer Italia (Prym) per la donazione degli uncinetti in plastica che usano i bambini in ospedale.